L'Associazione Figli Inabili Banca d’Italia (AFIBI) - Ente Filantropico nasce nel 1976 da un’iniziativa di alcuni dipendenti della Banca d'Italia e del Vice Direttore Generale allora in carica, che hanno voluto dare il loro supporto alle famiglie dei colleghi , in servizio e in pensione, che hanno una figlia o un figlio con grave disabilità. Ha ottenuto nel 1996 il riconoscimento di "Ente Morale" ed attualmente segue oltre 110 famiglie distribuite in tutta Italia.
In data 19 luglio 2019 è stato adeguato lo statuto dell'Associazione per adeguarlo alle recenti modifiche legislative e per esplicitare meglio le finalità e gli ambiti di operatività.
Dal 3 marzo 2023 l'AFIBI è iscritta al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) con numero di repertorio 87597.
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Attività dell'Associazione:
- Dà consulenza e patrocinio nelle questioni inerenti la disabilità riguardanti i soci.
- Eroga contributi economici alle spese per l'assistenza ai disabili.
- Organizza tirocini di lavoro presso la Banca d'Italia rivolti a figli inabili di dipendenti e pensionati.
- Contribuisce all'organizzazione di soggiorni estivi specializzati nell'assistenza ai disabili.
- Attualmente provvede ad incrementare un fondo specifico da destinare alla creazione di nuove comunità-residenza dove i figli con disabilità potranno vivere quando verranno a mancare i loro genitori, avendo già partecipato alla realizzazione della comunità-residenza "Un tetto per la vita" di Marino (RM).
- Promuove e finanzia ricerche ed interventi rivolti alla prevenzione dell’handicap, alle terapie innovative, allo strumentario tecnologico di ausilio al mondo della disabilità.
- Si impegna per garantire assistenza economica e morale alle famiglie dei disabili, creando e alimentando fondi per sostenere le famiglie stesse in caso di bisogni particolari per spese straordinarie e nel momento in cui i genitori non potranno più assistere direttamente i propri figli.
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L' Associazione Figli Inabili Banca d’Italia (AFIBI) - Ente Filantropico ha bisogno di te.
Si autofinanzia contando sui propri soci sostenitori, dipendenti o pensionati della Banca Centrale, in tutta Italia, e con il versamento del Cinque per mille di tanti colleghi.